Abitanti nel 1991: 22.598
Il territorio del comune di Cortona si estende per 342,34 kmq in Val di
Chiana parte in collina, parte in pianura; il capoluogo, che ha la tipica
fisionomia dei centri etruschi, è situato su uno sprone dell'Alta
di Sant'Egidio. Di origine etrusca, municipio romano, quindi capitanato,
fu eretta in comunità nel 1774.
Lasciando da parte la leggenda, tramandata da Marco Porcio Catone, che
la vuole tra le più antiche città italiane, pare che
la fondazione di Cortona - come attestano i reperti archeologici - debba
esser fatta risalire al v secolo a.C.; di sicuro essa fu una delle
più importanti città etrusche, raggiungendo l'apice
della sua potenza forse verso la fine del IV secolo a.C. Entrata nell'orbita
di Roma circa in quest'epoca, si mantenne municipio di una certa importanza
fino all'età imperiale grazie anche alla sua vicinanza con
il tracciato della via Cassia che collegava l'Etruria a Roma; poi,
certamente a causa dell'impaludamento della valle, ma anche della
variazione di percorso della Cassia - fatta all'inizio del II secolo d.C.
-, sembra decadere repentinamente, tanto che fino a dopo il
Mille di fatto essa scompare dalla storia. Se si esclude un atto di
donazione del 1008 fatto dal vescovo di Arezzo
alla badia di Prataglia, in cui vengono menzionati il suo distretto e
notizie di scontri militari vittoriosi con Perugia (1046) e con Arezzo
(1065), Cortona riappare solo all'inizio del XIII secolo già
come libero comune retto da un podestà, in lotta con i feudatari
dei dintorni e poi con la tradizionale rivale Arezzo.
Su questa ha la meglio nel 1232 con l'aiuto dei perugini, ma nel 1258
è costretta a subire la vendetta dei guelfi aretini che
la mettono a ferro e fuoco esiliando gli abitanti di fede ghibellina,
che solo dopo tre anni - approfittando dell'esito della battaglia di
Montaperti - poterono far ritorno in città al seguito di
Uguiccio Casali. Inizia da allora un lungo periodo di prosperità
economica, viene coniata la moneta «cortonese», si
stipula una pace con gli aretini che dura per molti decenni. Nel
1319 si instaura un governo popolare che, nel 1323, i magnati locali tentano
di rovesciare: sconfitti, nello stesso anno la signoria della città
viene offerta a Ranieri dei Casali, membro di una potente famiglia
aretina, e a lui e ai suoi discendenti rimane per ottanta anni,
nei quali Cortona riesce a conservare una certa autonomia, anche
se non può esimersi dallo stipulare patti di accomandigia
con Siena nel 1358 e poi con Firenze nel 1387. Nel 1325 Cortona inoltre
era divenuta sede vescovile con giurisdizione su un vasto territorio
che andava dalla Val di Chiana allo spartiacque con la Val Tiberina. La
fine della signoria dei Casali giunge nel 1409, quando la città
viene conquistata da Ladislao di Napoli che nel 1411 la
vende a Firenze per il prezzo di 60.000 fiorini. Aggregata
al distretto fiorentino è fatta sede di capitanato e tale rimane
fino alle riforme leopoldine, vivendo un'abbastanza tranquilla vita
di provincia, tra notevoli interventi d'architettura civile, religiosa
e militare, soprattutto nei secoli XV e XVI, e i fasti culturali della
sua Accademia Etrusca, fondata nel 1727. Il clima di tranquillo
centro di provincia fu turbato nel Settecento dall'accanita opposizione
della nobiltà alla bonifica della Val di Chiana, timorosa di perdere
gli antichi privilegi, e alla fine del secolo quando la città si
segnala come uno dei principali centri del moto sanfedista e antifrancese
del «Viva Maria». Tra i suoi cittadini illustri vanno
almeno ricordati i pittori Stefano di Giovanni detto il Sassetta
(1400 ca.-1450) e Luca Signorelli (1441-1523) e il critico letterario
Pietro Pancrazi (1893-1952).
L'arrivo a Cortona dal fondovalle consente di apprezzarne l'impianto
urbanistico, adagiato sul versante del rilievo montuoso che divide
la Val di Chiana dalla Valle del Tevere.
Risalta immediato il confronto della cinta muraria, che si chiude
con la fortezza del Girifalco, e la compattezza del centro urbano
che occupa solo parte dell'area compresa nella cinta. Ed in solo colpo
d'occhio traspare anche tutta l'importanza del ruolo che la città
ha avuto sin da epoca etrusca, anche in rapporto agli altri centri
della valle.
A Cortona fin da epoca etrusca, convergevano senza dubbio interessi
locali ma anche di più larga scala, essendo essa posta all'incrocio
di due importanti assi viari, l'uno che univa Arezzo con Perugia, e l'altro
che dalla Val Tiberina portava a Siena. Ed anche successivamente, in epoca
romana, mantenne la sua importanza legata alla presenza ai suoi piede
della via consolare Cassia, principale asse di collegamento dell'Etruria
con Roma, che solo successivamente all'impaludamento della valle
sarà spostato su un tracciato più occidentale Chiusi - Firenze,
fattori che concorreranno già dall'epoca imperiale alla marginalizzazione
dell'importanza di questi centri.
Il contesto estetico della città verrà nel tempo
arricchito di pregevoli e svariate opere degli artisti che dal
1200 al 1400 vi produssero il meglio dell'arte toscana e italiana.
E' solo con l'epoca più recente, da fine ottocento in avanti,
che si assiste a modifiche sostanziali del tessuto urbano, dettate
dalla nuova natura dei rapporti sociali, della economia e della viabilità
che si riadatta alle nuove esigenze di collegamento e trasporto.
Ed è infatti intorno alla nuova viabilità ed a seguito della
creazione della stazione ferroviaria di Camucia che si sviluppano nel
'900 i nuovi insediamenti, provocando di conseguenza anche uno spopolamento
del centro antico.
Negli anni più recenti il ritrovato impulso sulla base del rilancio
dell'attività turistica e commerciale, unitamente ai temi
ambientali e ad oggettive limitazioni strutturali, ha fatto sì
che gran parte del centro storico fosse giustamente chiuso al traffico
privato. Ma ciò non è affatto limitativo delle possibilità
di visita del centro urbano; solo per i siti oltre le mura è necessario
disporre di mezzi propri.
Se visitate Cortona a metà agosto vi può
capitare di imbattervi in bistecche alla brace di particolare qualità.
E' la Sagra della bistecca che si tiene a Cortona ed il cui festeggiato
principale è quella bistecca che solo i bovini che prendono il
nome dalla vallata sottostante, i "chianini" , sanno farci gustare.
Poche settimane dopo e per 10-15 giorni in Cortona viene allestita
la Mostra mercato nazionale del mobile antico. Cortona è
senza dubbio diventato uno dei centri di interesse antiquario più
importanti a livello nazionale, ed altrettanto importante la mostra
che vi si tiene per la qualità delle esposizioni. Di minore
importanza ma non di minor fascino la Fiera del rame lavorato che
si tiene a fine aprile. Cortona è nota nel mondo anche grazie
al best-seller "Under the Tuscan sun".
Da vedere:
Palazzo Comunale, già esistente nel 1236, rimaneggiato
ed ingrandito nel corso dei secoli, è sormontato da una torre
merlata munita di orologio; si affaccia su Piazza della Repubblica
di fronte al Palazzo del Capitano del popolo, anch’esso del
1200.
Palazzo Casali,eretto dalla famiglia Casali nel XIII sec.
(signori di Cortona) e divenuto poi sede dei capitani e dei commissari
fiorentini, ospita al suo interno il Museo dell’Accademia
Etrusca (1727), la Biblioteca comunale e l’Archivio Storico
comunale.
Palazzo Luparelli, tra gli edifici più notevoli di
Cortona, ha un’imponente facciata a tre ordini.
Fortezza Medicea, eretta su ruderi di mura etrusche e di
un successivo fortilizio, in una posizione eccezionalmente panoramica
nel 1556 per volontà di Cosimo I.
Il Duomo, costruito alla fine del 1400 inglobando la preesistente
pieve, ha l’interno a tre navate e conserva varie opere d’arte.
Di fronte ha luogo, nell’ex chiesa del Gesù, il Museo
Diocesano, nel quale sono raccolte opere di importanti artisti
ed un sarcofago romano del II sec. d.C., ritrovato presso il Duomo.
Da visitare anche la raccolta di oreficerie e di arredi sacri.
Basilica di S. Margherita, di forma attuale (1856), con imitazione
romanico-gotica, è stata costruita in sostituzione di una
precedente chiesa del XIII-XIV sec.. Oltre a preziose opere d’arte
conservate al suo interno, ha sull’altare maggiore il corpo,
posto in un’urna d’argento, di Santa Margherita.
S. Francesco, chiesa Duecentesca di impianto gotico, fu più
volte rimaneggiata.
S. Domenico, costruzione del 1438, con l’interno basilicale
ad una navata.
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Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e
Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli |